La disoccupazione giovanile prosegue decisa la sua crescita. Nel 2013 in Veneto dei giovani tra i 15 e i 24 anni impegnati attivamente nel mercato del lavoro uno su quattro (il 25,3%) è disoccupato, livello mai così elevato dal picco toccato a metà degli anni ‘80. La percentuale si abbassa leggermente (al 17,4%) se si amplia la fascia d’età comprendendo anche i giovani tra i 25 e i 29 anni. A questi giovani si sommano coloro che non sono né alla ricerca di un impiego né inseriti in un percorso di istruzione o formazione.
Stiamo parlando degli ormai famosissimi NEET (né occupati, né studenti, né coinvolti in attività di formazione). In Veneto nel 2013 sono circa 129.800 i ragazzi tra i 15 e i 29 anni che rientrano in questo gruppo, rappresentando il 18,1% della popolazione nella stessa fascia d’età, quota superiore di otto punti percentuali rispetto al dato minimo del 2008.
La situazione, aggravata significativamente dalla crisi, ma frutto di problemi strutturali insiti nel mercato del lavoro, appare estremamente preoccupante.
Due mesi fa ha preso avvio il programma “Garanzia Giovani”, cofinanziato con i fondi europei, con l’obiettivo ambizioso di offrire entro quattro mesi un’opportunità di lavoro o di formazione proprio a quei giovani, tra i 15 e i 29 anni, che non studiano e non lavorano.
Ci chiediamo quindi a che punto siamo. Secondo i dati di monitoraggio dell’iniziativa, pubblicati settimanalmente dal Ministero del Lavoro, dopo due mesi dall’avvio (tra il 1 maggio e il 3 luglio 2014) i giovani registrati, cioè che aderiscono al programma, sono 110.333. Tanti, pochi?
La figura 1 presenta per regione il bacino di adesione misurato approssimativamente dal rapporto tra giovani registrati (in base alla regione di residenza) e totale NEET nel 2013. Nella media nazionale solo il 4,5% dei giovani che non studiano e non lavorano si sono, sino ad oggi, iscritti al progetto Garanzia Giovani. La realtà italiana si diversifica poi da regione a regione. Si va dal tasso massimo di adesione del 10,2% in Friuli Venezia Giulia, al minimo di Lombardia e Liguria (un esiguo 1,8%). Il Veneto, si colloca non ai primissimi posti ma pur sempre al di sopra della media nazionale (5,4%).
Ok che siamo solo all’inizio e che bisogna avere pazienza, ma forse attendersi un boom iniziale di adesioni non era poi così campato in aria viste le enormi difficoltà e le scarse opportunità che oggi hanno i giovani di inserirsi nel mercato del lavoro, e soprattutto viste le ingenti risorse messe a disposizione: 1,5 miliardi di euro fino a fine 2015 (0,07% del Pil). Non proprio bruscolini, specialmente per un paese che è famoso per non investire in politiche attive del lavoro.
Rattrista ancor di più leggere che l’Italia ancora una volta presenta due velocità diverse: molte regioni del Centro-Nord (tuttavia con alcune eccezioni) hanno già avviato i colloqui conoscitivi e offerto opportunità di lavoro o formazione per buona parte dei ragazzi registrati (si tenga presente che il progetto prevede che il giovane registrato ha diritto entro quattro mesi dall’adesione a ricevere una proposta di lavoro o tirocinio). Mentre quelle del Mezzogiorno sono quasi ferme. In Campania, prima regione per numero di registrazioni, i colloqui dovrebbero essere partiti solo dal 7 luglio. 6 regioni (Basilicata, Marche, Molise, Sardegna, Umbria e Valle d’Aosta) non si sono ancora dotate di una strategia locale di attuazione del piano. Altre 3 regioni (Abruzzo, Calabria e Sicilia) non hanno ancora creato portali regionali dedicati all’iniziativa.
Oltre a queste problematiche vi è quello della reale possibilità di inserirsi nel mercato del lavoro. Infatti ancora poche imprese hanno aderito al progetto e sono pronte ad offrire ai giovani un’opportunità sotto forma di tirocinio, apprendistato, inserimento al lavoro lavoro.
Che futuro per Garanzia Giovani? Sembra improbabile che si raggiunga velocemente un bacino di adesioni significativo considerato anche il fatto che si entra nel periodo luglio-agosto dove generalmente la macchina pubblica rallenta per la pausa estiva. Ci si chiede quindi se i giovani che si sono tempestivamente iscritti i primi mesi di maggio riceveranno entro il limite di quattro mesi (agosto) una proposta concreta. Il dubbio rimane e più il tempo passa più il progetto, se non costantemente alimentato, rischia di passare in secondo piano, buttando così al vento l’ennesima occasione.
Per approfondire:
I giovani tra difficoltà di accesso e scarse opportunità, Istat Rapporto Annuale 2014,
http://www.istat.it/it/archivio/120991
Garanzia Giovani in Veneto,
http://www.cliclavoroveneto.it/garanzia-giovani
Monitoraggio Garanzia Giovani Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali,
http://www.lavoro.gov.it/Priorita/Pages/20140430_Garanzia-Giovani.aspx
Avvenire, 2 luglio 2014, “Giovani mezza Italia resta senza Garanzia”,
http://www.bollettinoadapt.it/giovani-mezza-italia-resta-senza-garanzia/
Corriere della Sera, 3 luglio 2014, “I distruttori del lavoro”,