InNova Studi e Ricerche nella primavera scorsa ha realizzato un dossier di analisi per UILTuCS sulla centralità del terziario in ottica di contributo passato, presente e futuro allo sviluppo economico dell’Italia.
I principali risultati dell’analisi hanno messo in luce come il terziario sia e sia stato il motore dello sviluppo economico e occupazionale nell’ultimo trentennio in Italia così come nelle principali economie europee.
La terziarizzazione dell’economia, tuttavia, non ha portato con sé una eguale contrazione della manifattura, come peraltro è avvenuto in Gran Bretagna. Il terziario si è, invece, sviluppato a supporto delle attività industriali evidenziando uno stretto legame tra i due sistemi produttivi. Né è testimonianza il fatto che uno dei comparti che ha trainato l’evoluzione sia stato quello dei servizi più innovativi a supporto delle imprese (ricerca e sviluppo, attività gestionali e amministrative etc.). A questi si è affiancata la crescita sostenuta delle attività legate al turismo e al benessere, alla cura e al tempo libero della persona.
Altro tratto distintivo dello sviluppo del terziario italiano è stata la bassa produttività del lavoro e la massiccia presenza di piccolissime imprese. Questi fattori oggi costituiscono un freno alla crescita.
La globalizzazione dei mercati ha avuto, invece, effetti positivi non solo per l’industria ma anche per i servizi, il cui volume di esportazioni ha segnato significativi ritmi di crescita. Tuttavia il peso delle esportazioni di servizi (15-30%) non rispecchia la composizione del sistema produttivo (70%). Il potenziale di sviluppo sembra altissimo.
Dall’analisi è emerso, infine, come un mercato del lavoro multiforme rappresenti una peculiarità del terziario. Nel quale l’incidenza del lavoro femminile e a tempo parziale è relativamente elevata. Nel quale all’interno di uno stesso comparto convivono professionalità opposte (è il caso dei servizi privati alla persona), high e low skill, che insieme hanno contribuito alla crescita dell’occupazione.
Quali quindi i driver per lo sviluppo futuro? Forte del suo ruolo centrale in ciascuna filiera produttiva l’obiettivo appare quello di una maggiore integrazione nelle catene globali del valore, agendo su alcune leve che oggi rappresentano dei nodi fondamentali: capitale umano, turismo e cultura, innovazione e conoscenza, produttività, dimensione aziendale e interconessione con la manifattura.
UILTuCS-La centralità del terziario