In questi giorni è uscito il nuovo numero della rivista “le Regioni”, il numero 3/2015, che è in gran parte dedicato alle istituzioni regionali e alle ultime elezioni dello scorso maggio. Contiene, tra gli altri, un nostro articolo (scritto a quattro mani con il politologo Paolo Feltrin) che analizza i risultati del voto regionale e fa il punto della situazione sulla salute delle regioni: “Le elezioni regionali del 2015: la conferma di una «crisi di legittimazione» annunciata”.
Ve ne pubblichiamo qui l’inizio e, se vorrete leggere l’articolo completo, vi rimandiamo a fondo pagina, dove troverete il link alla rivista.
“Il 31 maggio si è votato per il rinnovo dei consigli regionali in 7 regioni italiane. Sono andati alle urne i cittadini di Liguria, Veneto, Toscana, Umbria, Marche, Campania e Puglia, anche se in ciascuna di queste elezioni per la prima volta si è votato con un sistema elettorale diverso da regione a regione. In Liguria è ancora in vigore la legge nazionale di vent’anni fa (legge 108/1968 come modificata dalla 43/1995), mentre le altre regioni hanno adottato ognuna una legge elettorale diversa, con differenze anche significative nell’entità delle soglie, nelle modalità di assegnazione dei seggi, nel numero di preferenze, nei formati della scheda e nelle opzioni di voto.
Le differenze sono davvero evidenti e coinvolgono, come accennato, quasi tutti gli elementi caratterizzanti dei sistemi elettorali. Basti pensare che, unica in Italia, la Toscana ha introdotto il secondo turno nel caso in cui nessun presidente superi la soglia del 40% dei voti validi al primo, inaugurando così una nuova stagione di dibattiti sulle maggioranze più o meno qualificate necessarie per garantire legittimità ad un’elezione. Forse si tratta di qualcosa di più di una curiosità astrale la coincidenza che tanto il cosiddetto “porcellum” -le liste bloccate, in particolare- quanto il cosiddetto “italicum” -reintroduzione delle preferenze, circoscrizioni di dimensione ridotta, premio con soglia del 40% e secondo turno eventuale- abbiano trovato in Toscana i primi cantori e la prima applicazione legislativa.”